“Balletti rosa al Vittorio Veneto”
di Cristina Miglio

 

 

Missione quasi impossibile scegliere di parlare solo di qualcosa quando i ricordi arrivano a fiume. Anzi, proprio qualche giorno fa, dopo aver parlato con Anna Geat, mi sono svegliata nel cuore della notte angosciata perché il professore di storia mi voleva interrogare e non avevo aperto il libro da almeno due settimane.

 

Ma, visto che devo scegliere, sono tre gli episodi che non dimenticherò mai.

 

·        Tre episodi

 

·        Uno è quando il Tissoni mi ha espulso per alcuni giorni. Era il primo anno suo e anche il primo mio al Vittorio Veneto. Questo il fattaccio: Castelli, che stava nel banco davanti, mi stava chiedendo qualcosa sulle mie vacanze ad Angera quando il Tissoni ha fatto il suo ingresso mussoliniano in aula. Forse non ci siamo alzati in tempo, o ci siamo alzati ancora chiacchierando, fatto sta che mi ha chiesto con freddezza: “Miglio, di cosa stava parlando con Gianni Castelli?” Io, colta in contropiede, ho risposto: “Ma di niente professore” E lui: “Cosa intende dire con niente? Forse niente che interessi a me?” Pensando ingenuamente che Angera fosse proprio un argomento che a lui non poteva interessare, ho detto: “Sì, niente che interessi a Lei” Dopo deve essere successo il finimondo, tanto che ho rimosso quei momenti. Ricordo solo che sono tornata a casa con due giorni di sospensione e un invito dal preside per i miei genitori. Ho avuto la febbre per una settimana (riesco facilmente ad averla a comando) e ho anche comunicato ai miei che non volevo più studiare, che sarei andata a lavorare subito oppure avrei frequentato una scuola che mi permettesse di concludere velocemente il periodo dei miei studi, ad esempio le magistrali. Come sono riuscita a uscire da questo avvitamento? Mamma, con una strategia davvero diabolica, mi ha organizzato un incontro con le Orsoline. Il giorno dopo ero già tornata al Vittorio Veneto!.

 

·        Il secondo è legato alla prima occupazione del liceo. Quella sera ero andata a una festa, c'era anche Aldo De Carli. Uscendo siamo passati a salutare chi si era fermato a dormire tra i banchi. Qualche giorno dopo alcuni giornali sono usciti -ve lo ricorderete- con questo titolo in prima pagina: “Balletti rosa al Vittorio Veneto”, perché la polizia aveva trovato dei preservativi (fa ridere a ripensarci adesso). E nella foto pubblicata da "Il giorno" c'eravamo anche io e Aldo, ripresi quella sera sull'ingresso del Vittorio Veneto. Ho passato gran parte della giornata con il terrore che mio padre comprasse quel giornale, pronta ad affermare che al liceo c'era una ragazza che mi assomigliava davvero tanto, ma così tanto....

 

·        L'ultimo episodio è avvenuto attorno a giugno dell'ultimo anno. Era stata convocata una delle solite assemblee, dove si stavano ripetendo le solite cose. Chiara Bettelli era in ospedale perché era appena nato il suo bimbo. E io e Aldo abbiamo deciso che saremmo andati a trovarla. Vi ricordate il cancello su piazza Zavattari? Lui lo ha scavalcato in un baleno. Io, invece, arrivata in cima sono stata raggiunta da un bidello urlante che si è attaccato alla mia gamba. Da una parte mi tirava lui, dall'altra Aldo. A me stavano venendo le vertigini … ma infine il bidello ha rinunciato e per fortuna ha anche taciuto sull'episodio. Il giorno dopo nessuno ci ha detto nulla.

 

Cristina Miglio